
Il territorio italiano come si sa, è ricco di produzioni olivicole. Così, oltre alle regioni più conosciute e produttive di olio di oliva, anche il territorio di Latina vede il suo paesaggio modellarsi tra colture, vigneti ed oliveti.
In questo articolo ci dedicheremo in particolare alla produzione di olio di oliva della provincia di Latina. Come già citato in altri articoli, la ristorazione del Fogliano Hotel è infatti particolarmente attenta nel selezionare le eccellenze dei produttori locali.
Secondo la tradizione, la coltivazione dell’olivo nel territorio pontino fu introdotta dai Greci fuggiti da Sparta. In seguito i Latini occuparono la pianura pontina scesi dall’Italia centrale, che dovettero trasferirsi sui monti circostanti dopo la sconfitta subita dai Romani. Peraltro, l’Impero romano emanò diversi editti per regolare l’olivicoltura, ritenendola di primaria importanza. Alla caduta dell’Impero romano d’occidente, la profonda crisi dello Stato centrale causò il declino della produzione e del commercio dell’olio.
Durante il periodo medioevale, solo le locali abbazie benedettine e cistercensi continuarono a coltivare gli oliveti per la produzione di olio. Durante il dominio dei Visigoti erano previste sanzioni di 5 soldi chi avesse danneggiato o abbattuto un olivo, così come gli statuti di Bassiano, Cori, Sessa e Minturno prevedevano pene per il danneggiamento degli olivi.
Oltre ad occuparsi della bonifica delle paludi pontine, lo stato della Chiesa emanò un editto per concedere agli agricoltori un premio di 10 scudi per ogni 100 nuove piante di olivo: si registrò così nel 1786 l’avvenuta messa a dimora di 48.901 ettari di oliveti.
Con l’unità d’Italia, l’olivicoltura locale venne promossa e tutelata, con l’esposizione del raccolto e dell’olio in varie mostre, anche internazionali. In epoca fascista, l’autarchia imposta dalle sanzioni della Società delle Nazioni comportò notevoli investimenti nell’agricoltura, inclusa l’olivicoltura.
Negli ultimi decenni del XX secolo è avvenuto uno sviluppo tecnologico, incentivato da ulteriori investimenti per la trasformazione delle olive, che hanno migliorato la qualità del prodotto.
L’olio extravergine di oliva “Colline Pontine” DOP si ottiene dalle varietà “Itrana” (dal 50 % al 100%), “Frantoio” e “Leccino” (sino al 50 %). Possono anche essere presenti altre varietà di olive (massimo 10 %), purché non modifichino le caratteristiche del prodotto.
L’Itrana, originaria e tipica del territorio della provincia di Latina, produce frutti che possono essere utilizzati per produrre sia olive da mensa, sia olio extravergine di oliva. E’ anche conosciuta col nome di “Oliva di Gaeta”, “Oliva Grossa”, “Trana” ed “Esperia”. Ha il predominio assoluto nella zona di produzione dell’olio extra vergine di oliva Colline Pontine DOP, costituendo da sola il 70 % delle piante coltivate. La sua capacità di trasformarsi sia in oliva da mensa che in olio, viene chiamata “a duplice valenza”
Di recente, il progetto Oliocentrica di Latina ha vinto il premio EVOluti, riconoscimento a livello nazionale per “EVOtour”, progetto di valorizzazione dell’olivicoltura attraverso il turismo dell’olio. Un modo diverso, ma altrettanto interessante per conoscere l’agro pontino.
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